giovedì 26 aprile 2012

disgusto! orrore! raccapriccio!

Ho appena appreso che a Londra il candidato a sindaco del British National Party e' un italiano.
Mi sarei aspettato ovviamente che i molti italiani che si sono scandalizzati per la esistenza di una sezione ebraica della English Defense League avessero preso posizione contro questo abuso della Memoria, compiuto da un personaggio che condivide la loro storia di emigrazione, sofferenza ed emarginazione.
Ma non ho visto fioccare alcuna di queste condanne. Anzi: i cosiddetti italiani antifascisti ed antirazzisti hanno fermato la loro attenzione sulla pagliuzza dei nazionalisti ebrei, tralasciando la trave del fascista italiano.
E' arrivata fino a questo punto la loro malafede? Stanno sputando su Sacco e Vanzetti. Stanno offendendo la Memoria. Stanno tradendo la loro storia di vittime del razzismo anti-italiano. 
E tutto, c'e' da scommetterci, per bieche considerazioni di politica internazionale.

giovedì 19 aprile 2012

Immagini per Yom ha Shoa

Secondo il calendario ebraico, oggi e' Yom haShoah, il giorno del ricordo della tragedia europea (e dell'eroismo di chi, prevalentemente sionisti, cerco' di opporsi). In ogni Paese che conti una comunita' ebraica si organizzano cerimonie di ricordo. Come ogni serie di cerimonie pubbliche, queste vengono riassunte da un simbolo. Il quale simbolo poi lo si trova sui siti web, nelle pubblicazioni in ricordo, e spesso anche in forma di adesivo.
 Questo e' simbolo, scelto quest'anno, dalle comunita' ebraiche inglesi.


Quello che vedete qua sotto invece e' il simbolo scelto quest'anno dallo Stato di Israele.


La scritta dice semplicemente "Giorno del ricordo della Shoa e dell'Eroismo" piu' la indicazione dell'anno ebraico.

Quello inglese, personalmente, mi mette un po' a disagio, non apprezzo l'idea di vedere molti colori associati alla Shoah. Rende le cose troppo semplici, e non tutti trovano cosi' facile ricordare.

Il logo israeliano dice molto di piu'. Richiama l'attenzione sui numeri: dove c'era una famiglia e' rimasto solo un bambino, che adesso e' anziano. Il tempo passa, le ombre si allungano e non sappiamo cosa ci sara' nella notte.

C'e' una differenza a proposito dei due Paesi. In Israele il Giorno della Shoah e del Ricordo e' seguito dalla commemorazione dei caduti per lo Stato di Israele, e immediatamente dopo dal Giorno dell'Indipendenza. Tra Giorno della Shoa e Giorno dell'Indipendenza, ricorrenze istituite dallo Stato di Israele, passano otto giorni, sicche' e' sempre incluso uno Shabbat, come capita per tutte le festivita' religiose ebraiche che coprono diversi giorni. Il Giorno della Shoah e' quindi parte di una narrativa riconoscibile. Prima c'e' stata la tragedia, e poi c'e' stato il riscatto. Dalla Shoah abbiamo imparato che dobbiamo difenderci: ieri sera il primo ministro lo ha ripetuto chiaramente, citando il disperato discorso di Jabotinsky agli ebrei polacchi nel 1938, e ricordando come la tragedia incombente sia stata sottovalutata da sionisti pacifisti.

Si capisce poco, invece, che cosa voglia comunicare il simbolo in uso in Inghilterra. O almeno, io non lo capisco. Perche' il ricordare dovrebbe essere una scritta che va verso l'alto? Ricordare a quale scopo? Per fare i grilli parlanti in difesa di tutte le minoranze oppresse del mondo? Per fare dell'ebraismo uno strumento al servizio di altre cause, che per solito non hanno nulla a che fare con l'ebraismo? Come se per il fatto di essere ebrei ci venisse riconosciuta chissa' quale autorita' morale...

Ma queste sono solo le mie riflessioni, paragonando due simboli, due facce della stessa medaglia o magari, chissa', due mondi diversi. Sarei curioso di leggerne altre, se ne avete.

Per inciso, la migliore raffigurazione possibile di quello che provo, pensando alla ricorrenza di oggi, sta in questa vignetta di Shai Chakra, un disegnatore che vive nello Shomron, in quelli che la stampa europea continua a chiamare Territori Occupati. E' una vignetta che ha qualche anno, ormai, e io invece vorrei parlare degli altri due simboli, piu' recenti.





domenica 15 aprile 2012

Cineforum farlocco sul Medio Oriente

 Anni Novanta, ennesimo tentativo di creare un fronte comune tra le organizzazioni che si occupano di diritti civili dei Rom.  Pochi Rom che partecipano, si sa: le organizzazioni e la demcorazia rappresentativa sono roba dei Gage, mica loro. Il tentativo ovviamente e' fallito, cioe' ha dato luogo alla creazione della ennesima organizzazione assistenziali (vi prego di notare, en passant la differenza tra diritti civili ed assistenza). Ma vabbe'. Tra gli interventi che si susseguivano, c'era un tema: "Dobbiamo fare come gli ebrei". Veniva buono per tutto. Perche' bisogna parlare anche nelle scuole della persecuzione dei Rom durante la Shoa. Perche' gli ebrei riescono a darsi delle forme di organizzazione. Perche' bla bla.
Il solito rompicoglioni va al palco e inizia "Stiamo sbagliando tutto. Quando i popoli arabi si sono uniti....". Non che glie ne fregasse un granche', al tizio, dei popoli arabi. Faccio presente che si era prima di qualsiasi primavera, e l'islamismo era al piu' un fenomeno curioso. Peraltro manco agli altri fregava un granche' degli ebrei. Il rompicoglioni voleva, appunto, rompere i coglioni, voleva il suo posto nel comitato direttivo della nascente organizzazione e, chissa', l'accesso alla sua quota di fondi pubblici -Regioni, Unione Europe- stanziati per i Rom ed intercettati dalle organizzazioni assistenziali. E per contrapporsi agli altri che parlavano di ebrei, lui ha scelto di iniziare parlando di arabi. 

Perche' funziona cosi'. La politica mediorientale e' per gli italiani una specie di schermo bianco su cui ognuno proietta il proprio film preferito. Ti stanno sulle palle i marocchini-tunisini-albanesi extracomunitari? E allora fai il tifo per Israele, che gli spacca il culo quando serve e magari di piu'. Sei a sinistra, frustrato per l'ennesima sconfitta elettorale, perche' il mitico ceto medio ti ha abbandonato nonostante tutti i messaggi rassicuranti che ti eri sforzato di spedire? E allora fai il tifo per la sinistra israeliana, l'unica che in tutto l'Occidente e' riuscita a vincere sia le elezioni che le guerre, e via di fantasie sui kibbutz. Loro si' che hanno un progetto di pace, che potrebbe coinvolgere anche i moderati arabi. Se non fosse per i cattivi del Likud, che guarda assomiglia proprio a Berlusconi, il nostro cattivo. Dai, facciamo la SinistraproIsraele, un fronte comune assieme alla SinistaproPalestinesi, contro il cattivo Silvio Likud. Sei di sinistra e ti piace ancora la parola proletariato? Ecco la', ci sono in Medio Oriente le masse di palestinesi disperati ed oppressi, a cui solo l'URSS ha dato qualche speranza, riprendiamo in mano la loro bandiera rossa e avanti popolo alla riscossa.

Tanto per chiarire. Qui ci sono anche delle responsabilita' di noi ebrei. Uno: perche' in Italia, di ebraismo e di Israele si conosce poco e si parla molto, proiettando appunto i famosi film. Si conosce poco perche' sono gli ebrei stessi a conoscere poco la propria tradizione, l'insieme dei testi che costituisce l'ebraismo. Ci si accontenta di riassunti. Ma il riassunto non e' mai neutrale, e se Moni Ovadia ti riassume Levinas che riassume il Talmud e' chiaro che sta scrivendo un libro adatto per il pubblico che frequenta la Feltrinelli, non ti sta spiegando il Talmud. Due: perche' la politica ebraica consiste prevalentemente di organizzazioni ectoplasmatiche, che si ricordano di esistere quando ci sono le elezioni in Israele e bisogna mobilitarsi per raccogliere fondi per il  partito che ti piace. O per altri simili eventi, tipo la elezione del World Jewish Congress e altre mega-organizzazioni dai nomi altisonanti di cui magari sentite parlare quando c'e' qualche attentato qua e la' e alllora rilasciano dichiarazioni. Ma al loro interno non e' che ci sia molto da discutere, visto che si tratta prevalentemente di organizzazioni di assistenza, occupate (giustamente) a prendere fondi da una parte e riversarli da un'altra, in forma di assistenza medica, economica o aiuto all'immigrazione in Israele.

Pero' delle responsabilita' ebraiche parlo un'altra volta, quando ho le idee piu' chiare su cosa si potrebbe fare. Peraltro non credo che, per correggere l'andazzo filmico, si possa fare molto, in quei quattro gatti che siamo. Qui vorrei raccontarvi la trama dei due film piu' popolari sull'argomento, proiettati a ciclo continuo da autodefiniti intellettuali, che posano pensosi in posa da pensatori, ad uso e consumo della audience farlocca, che poi e' quella che si riversa su blog, niusgrups, tuitts, feisbuk et cetera a spiegare al resto del mondo che loro hanno ragione, e gli altri no, perche' loro stannno su blog, niusgrups, tuitts, feisbuke ci hanno di cultura e preparazione. Procedero' inoltre a spiegarvi perche' quei film sono una cagata pazzesca (cit.) e in cosa consiste la ragione del loro successo.

Film num. 1 - Juventud Rebelde

Trama: Gli ebrei della Diaspora non ne possono piu' degli orrori dell'occupazione, i gggiovani ebrei americani non vogliono piu' sentirsi complici delle criminali politiche di Silvio Netanyhu e soci,  il legame tra Israele e i settori piu' politicamente avanzati della Diaspora si e' definitivamente rotto e Israele e' sempre piu' isolata.
I fatti: al momento l'immigrazione di ebrei dagli USA verso Israele e' in aumento e sono in aumento pure le donazioni. Come se non bastasse migliaia di giovani americani vanno ogni anno in Israele con il programma Birthright, e alle convention delle organizzazioni sioniste c'e' una eta' media di partecipanti tra le piu' basse della storia. Juventud Rebelde e' quindi una cagata pazzesca.
Perche' il problema sta nelle premesse stesse. Pensare che un cambiamento di opinione tra gli ebrei americani possa influenzare Israele e' pura fantasia. La Diaspora americana non ha tutta questa influenza sulla politica di Israele. Se c'e' un elettorato in America che ha qualche influenza sulle relazioni con Israele, non e' la (numericamente ridotta) minoranza ebraica (peraltro stabilmente a sinistra e perennemente critica delle politiche di Israele). E' la stragrande maggioranza di evangelici conservatori, e ancor piu' di average democrats, a cui stanno, giustamente, sulle scatole sia i gli islamisti, sia i comunisti, sia i vari incroci tra le due brutture che attentano al benessere petrolifero degli USA. Dirottando aerei gia' da prima delle Torri Gemelle. 

E come mai questa cagata pazzesca ha cosi' tanto successo?  Perche' quando qualcuno emerge dall'America e fa sapere che si sta battendo nel nome della sua tradizione religiosa contro i cattivi, il cuore degli europei palpita e immagina Martin Luther King contro il Ku Klux Klan e la sua marcia vittoriosa e nonviolenta contro le forze dell'oscurita' e del male. Vittoriosa e nonviolenta come in Europa non c'e' mai stata:  la Resistenza non ha deciso i destini della guerra (e' stata una rigenerazione ideale indispensabile, ovviamente), e in ogni caso non era nonviolenta. Come non lo era il movimento iniziato con il Sessantotto. Il qualcuno al momento c'e', si chiama Peter Beinart, e' bello come James Dean e ha appena scritto un libro intitolato (oh fantasia!) The Crisis of Zionism

Libro che, nella biblioteca del farlocco, trovera' il suo posto accanto a The Holocaust is Over di Abraham Burg, che e' un frullato di luoghi comuni in salsa psichiatrica: il sionismo e' finito, Israele non puo' essere uno Stato ebraico, l'ebraismo sta bene senza Stati, siamo tutti vittime di un complesso di persecuzione. Tranne lui, che e' figo, ha pubblicato un libro in cui prometteva sfracelli che non sono successi. E' solo successo che i candidati appoggiati da Burg hanno perso le elezioni.  Mi sento pronto a scommettere che tra un paio di anni non sentiremo piu' parlare del libro di Beinart, esattamente come adesso non si parla piu' del brutto libro di Burg. Il quale aveva successo perche' l'autore stuzzicava le fantasie dei farlocchi cultori di Martin Luther King o di don Milani: perche' Burg si presenta con la kippah sulla testa e ostenta un curriculum di impegno in organizzazioni sioniste e religiose. Interrotto da qualche disavventura giudiziaria legata al commercio di armi, ma di questo i suoi apologeti non parlavano.
Ma giusto per chiarire che Juventud Rebelde e' un film noioso, segnalo che quealla dello scollamento tra Israele e Diaspora e' una fantasia ricorrente, nata probabilmente al tempo in cui l'URSS era ancora in piedi e si cercava di delegittimare il sionismo, dicendo che non rappresentava la maggioranza degli ebrei. I quali erano invece in maggioranza comunisti, ma non potevano dirlo perche' la lobby sionista li costringeva al silenzio. Avete presente  Moni Ovadia che racconta del legame naturale tra ebrei e sinistra? Ecco, e' una scena di questo film. Brutta e noiosa come il resto del film. E ora sapete dove vuole andare a parare.

Film num. 2 - Apocalisse Prossima Ventura

Trama: La popolazione ebraica di Israele non cresce abbastanza. Gli arabi invece fanno sempre piu' figli. Gia' adesso nei Territori Occupati gli arabi sono maggioranza. Prima o poi arriveremo al punto in cui Israele non sara' piu' una democrazia perche' ci sara' una maggioranza (araba) priva di diritti e una minoranza (ebraica) che li opprime. A quel punto (a ridagli) Israele sara' ancora piu' isolata e perdera' ogni possibile appoggio in sede internazionale.
I fatti: la popolazione ebraica di Israele cresce e il numero di nuovi nati arabi diminuisce. Per molte ragioni. L'aumentato benessere, la diffusione di metodi anticoncezionali tra le donne arabe, che in se' e' una conseguenza della rottura della loro societa' tradizionale, anche facilitata dal fatto che e' piu' facile ottenere un mutuo da una banca che andare a chiedere ai parenti anziani la approvazione per il matrimonio e un contributo per la casa. Credavate che nei venti-quaranta-ottanta anni di occupazione gli arabi se ne stessero li' ad aspettare la liberazione e il ritorno allo stile di vita primigenio e patriarcale di prima della invasione sionista?  Invece no, oh destino cinico e baro.
Questa storia del calo demografico vale anche per la popolazione ebraica in Israele? No: gli ebrei hanno sempre avuto, anche nella Diaspora, famiglie meno numerose, dal momento che sono una popolazione urbana e scolarizzata e le popolazioni urbane si sposano mediamente piu' tardi di quelle rurali e non scolarizzate. In Israele il numero di figli per famiglia ebraica e' piu' alto che nella Diaspora. E solo questo dato dovrebbe dire qualcosa a chi si fa qualche domanda su come sara' l'ebraismo tra diciamo un secolo. In ogni caso la popolazione ebraica e' in via di crescita, quella araba in via di diminuzione e probabilmente non c'e' alcuna catastrofe demografica all'orizzonte. Di certo possiamo affermare che il film Apocalisse Prossima Ventura

 Pero' questa cagata pazzesca e' stata preceduta da un successo di critica. Facciamo un passo indietro, al periodo degli accordi di Oslo e di quando Israele credeva di aver trovato un interlocutore affidabile in Arafat. Se vi ricordate, le parole d'ordine erano "Due Stati per due popoli" e "terra in cambio di pace". I palestinesi avrebbero stabilito il loro Stato sul loro territorio (la Cisgiordania, altrimenti detta Territori Occupati) e in cambio avrebbero cessato con le violenze. Ci sono centinaia di ragioni per cui questo accordo non ha funzionato: e cioe' tra il 1993, data della firma degli accordi di Oslo, improntati a questo principio, e il 2000, sono morti 300 israeliani vittime di attentati mentre il governo di Israele si riempiva la bocca con retorica improntata alla pace. E mi fermo al 2000, quando secondo i farlocchi, i palestinesi reagiscono alla provocazione di Sharon con la sua passeggiata sulla spianata delle moschee. E poverini il loro modo di reagire sono la bellezza di 1100 israeliani uccisi. Invece, nel 2005 va al potere un governo, che agli accordi di Oslo ci crede poco, e da allora ad oggi ci sono stati meno di 130 vittime. Se voi foste un elettore israeliano, per chi votereste? Detto come va detto, i precedenti governi israeliani, in tutta buona fede, hanno armato i terroristi che poi hanno ucciso cittadini israeliani.
Apocalisse Prossima Ventura e' stata la premessa logica, e al tempo anche demograficamente accurata, degli accordi di Oslo. Che sono stati stipulati partendo dalla premessa che se fosse nato uno Stato di Palestina, Israele non si sarebbe piu' trovata a governare una maggioranza araba. E fin qui, ci si potrebbe anche trovare qualcosa di buono, senonche' le previsioni demografiche erano sballate. Ma il punto ridicolo era quello successivo, Ovvero che con la fine della famosa e tragica occupazione, Israele avrebbe perso la fama di cattivo che lo circonda ed improvvisamente l'opinione pubblica europea (antenata del famoso popolo di tuitters, feisbuk ecc) si sarebbe trasformata in sostenitrice del diritto di Israele a esistere e difendersi.

Perche' voi capite che Israele, se non e' popolare presso l'opinione pubblica europea, e' veramente alla frutta, isolato, spacciato e finito. Se voi siete parte di questa opinione pubblica europea, le cose vi sembrano esattamente cosi'. Se invece siete un cittadino israeliano noterete che con la fine della egemonia laburista e' diventato piu' facile viaggiare all'estero e che il numero di Paesi con cui Israele ha rapporti diplomatici e' aumentato esponenzialmente dopo il 1989 (fine del comunismo) senza che la terribile occupazione fosse di gran danno all'immagine dello Stato ebraico - contando che molti dei Paesi con cui Israele ha rapporti diplomatici hanno una pessima storia di antisemitismo. E che l'opinione pubblica europea ha una enorme importanza solo per chi fa parte della famosa opinione pubblica europea. Per il resto del mondo, Israele incluso, le cose funzionano cosi':

 Immagini di repertorio

Il repertorio del farlocco e' molto limitato: dice sempre le stesse cazzate, vale a dire che Israele ha torto e prima o poi i buoni -che sono gli altri- vinceranno contro i cattivi - che siamo noi occidentali, che vinciamo solo perche' siamo cattivi e non stiamo alle regole. Guardate quante volte il Consiglio ONU per i diritti umani ha condannato Israele. Consiglio ONU in cui siedono rappresentanti di Libia, Cina, Corea del Nord e Siria: gente che di diritti umani ci capisce.

Pero' il farlocco usa il ueb e allora trova tanti e tanti modi di ripetere sempre le stesse cazzate. La prima e' che Israele e' una minaccia alla pace nel mondo; te lo dicono anche  mentre Assad sta massacrando migliaia di siriani e l'ONU non ha ancora deciso se spedire degli osservatori, per carita': disarmati. Perche' se Assad massacra i siriani, e' per colpa di come Israele tratta i palestinesi, se i palestinesi avessero il loro Stato, Assad, che e' una persona dall'animo sensibile e delicato, non si metterebbe mica a sparare sulla folla. E se gli islamisti vanno al potere un po' qua e un po' la', e' certo colpa di Israele, che privando i palestinesi del loro Stato, ha spinto le giovani generazioni arabe verso l'Islam, sapete come e' i giovani soggiovani e hanno bisogno di sfogarsi, se i palestinesi avessero avuto uno Stato, allora magari i ggiovani non erano islamisti e si dedicavano alla pace a all'ammore. Insomma, per il farlocco, non solo tutte le colpe sono di Israele, ma Israele stesso e' sempre in colpa. Perche'? Ma perche' e' nato nel peccato, soppiantando e cacciando centinaia di migliaia di milioni di pacifici contadini palestinesi, sradicati dalle loro ancestrali dimore per fare posto a questi coloni venuti dall'America con le loro fantasie bibliche. 

I fatti: Israele e' nato in quel luogo perche' il popolo ebraico ha un legame con quel luogo, perche' da quelle parti gli ebrei sono stati maggioranza dove potevano esserlo, e dove non potevano venivano cacciati con il sangue o con una legislazione ottomana discriminante e razzista. Tutto molto prima della nascita dello Stato di Israele, perche' -sorpresona- l'antisemitismo islamico e' cospicuo e antico quanto quello cristiano. Ha solo avuto meno influenza nelle classi al potere. Ai musulmani fino al 1948 non e' mai importato nulla di Gerusalemme, che manco era un capoluogo di provincia e quanto al pellegrinaggio non c'era nemmeno un servizio regolare di traghetti. Le immagini di repertorio sul peccato originale di Israele sono quindi, avete indovinato, una cagata pazzesca. Pero' ripeterla ha l'effetto di far sentire bene, dalla parte del giusto e della ragione. E cosi' accade nel mondo del ueb, feisbuk, tuitterz etc. Dove quello che scrivi definisce quello che sei e voi mica volete passare per quelli che stanno dalla parte degli infami capitalisti oppressori massacratori di bambini palestinesi.

Bene, allora cosa si fa quando vi trovate a che fare con qualcuno di questi? Qualcuno che per sentirsi dalla parte della ragione e del giusto ha un bisogno quasi patologico di dare addosso ad Israele e di vedere il Mossad all'opera in qualsiasi catastrofe umana? Io credo che possa aiutare una discreta conoscenza del repertorio antisemita, visto che spesso si ripetono contro Israele le stesse leggende che si propone(va)no contro gli ebrei, vuoi nei falsi novecentschi, come i Protocolli dei Savi di Sion: adesso si parla della lobby neocon-sionista, o della lobby ebraica internazionale. O andando piu' indietro, la leggenda dell'omicidio rituale. Nel Medioevo si diceva che gli ebrei rapiscono i bambini per usarne il sangue per scopi rituali, la leggenda e' ancora ben presente nel mondo arabo e in Europa Orientale, e prepara il terreno alle campagne di odio quando circola la notizia, il piu' delle volte falsa, dell'ennesima azione dell'esercito di Israele contro inermi bambini palestinesi. Aiuta anche una conoscenza dei temi dell'antisemitismo contemporaneo, genericamente di sinistra, quello che vuole negare agli ebrei il diritto alla autodeterminazione in quanto popolo. Se non altro perche' questi temi sembrano sempre piu' rispettabili delle superstizioni medioevali soprattutto quando si presentano come critica alle politiche di Israele, magari portata avanti da qualche ebreo di compagnia, vivo o (piu' spesso) morto: esiste un intero repertorio antisionista, messo a punto tra Otto e Novecento da ebrei stessi che del sionismo erano oppositori. Spesso figure autorevoli, molti di loro tedeschi, convinti che lo Stato nazione li avrebbe protetti dalla barbarie e che pertanto bisognava essere leali allo Stato di cui si era cittadini, non stuzzicare le fantasie di doppia lealta'. E si e' visto come e' finita. Conoscere un poco del pregiudizio aiuta a riconoscerlo quando ci si imbatte.

Io pero' vorrei suggerire un metodo di vaccinazione contro il farlocchismo probabilmente piu' efficace. E cioe', quanto qualcuno sta raccontando la sua fantasia mediorientale preferita, come si sente? Vi sta raccontando che gli israeliani piu' sensibili ed intelligenti, quelli che lui ha scoperto ravanando sul ueb, la pensano esattamente come lui? Ecco, vi sta dicendo che lui e' sensibile ed intelligente, e voi invece delle bestie brute, a meno che non siate perfettamente d'accordo con lui. Vi racconta la favola (popolare fino all'altro ieri) degli israeliani che se ne vanno in massa da un Paese sempre piu' guerrafondaio e fanatico? Vi sta dicendo che lui e' moderato e voi siete fanatici, che lui e' pacifico e buono, e voi, a meno che non siate perfettamente d'accordo con lui, siete dei razzisti guerrafondai come Avigdor Lieberman. Vi sta raccontando che la censura sionista mette a tacere le critiche degli intellettuali? Vi sta raccontando che lui e' un intellettuale critico e voi una bestia conformista, a meno che non siate perfettamente d'accordo con lui.

In breve, avete a che fare con un tale le cui preferenze sessuali sono icasticamente riassunte nel video di cui sopra, e che vorrebbe provare a fare come si dice facesse Gabriele D'Annunzio, ma sente ancora di avere una costola di troppo. Consiglio, insomma, di evitare la conversazione razionale e invece di prendere per i fondelli il farlocco: sottolineando quanto sia dannunziano il suo sforzo, diciamo, intellettuale. Vabbe', non diciamolo, va.

lunedì 9 aprile 2012

Idee per un ipotetico scrittore in erba. Verde.

Ci sono scrittori italiani, che descrivono meglio dei sociologi la realta' in cui si trovano a vivere; perche' hanno uno sguardo acuto e perche' sanno raccontare. La societa' romana dell'epoca fascista e' quella de Gli Indifferenti di Moravia. Il gran casino del Settantasette e' quello del Boccalone di Palandri. In Tecniche di seduzione, De Carlo ha saputo raccontare gli anni Ottanta. E cosi' via.
Adesso che la Lega sta cadendo a pezzi, io vorrei sapere se c'e' qualcuno che abbia saputo raccontare il leghismo, quel misto di tradizioni inventate, diffidenza, canaglieria e disperato bisogno di comunita'. Ve lo dice uno che da quelle parti e' cresciuto: lo Stato e' poco simpatico, lassu' in Insubria. 
Nella cultura della Lega non c'entra la costola della sinistra, come invece diceva quel barcarolo che da decenni non ne azzecca una. C'entra, certo, quel benessere accumulato quando si costruivano piu' palestre che teatri, in una parte d'Italia in cui i sciuri si fermavano a bere il caffe' prima di proseguire verso la Svizzera, e portare i soldi. C'entra l'avversione sottoproletaria per il potere, qualunque esso sia, ma particolarmente quello con la divisa dei finanzieri (solo De Sfroos ha cantato l'epopea dei contrabbandieri di quelle parti) o dei poliziotti, come raccontato benissimo da Danilo Montaldi prima e dai suoi allievi poi. C'e' persino un po' di antifascismo, nel leghismo, perche' il MSI era anche monarchico, e i Savoia da quelle parti chi li ha mai visti. E certo, c'e'  pure tutto il resto: razzismo, omofobia ecc. ecc. Ripeto che ci sono cresciuto, da quelle parti, che all'Aldo Busi gli darei il Nobel, per quel suo Suicidi dovuti,  una fantastica descrizione del profondo Nord, che -appunto- nessun sociologo ha mai saputo raccontare.
Adesso cade tutto a pezzi, in una catartica riedizione di Tangentopoli versione padana. Sarebbe bello trovare qualcuno che racconti cosa sta succedendo. Ora che ci penso, non mi viene in mente nessuno scrittore che abbia raccontato il crollo degli anni Novanta. E' stata forse la piu' grande occasione perduta per gli scrittori italiani negli ultimi decenni. 
Vediamo stavolta di presentarci all'appuntamento.  Ehi, tu, vuoi fare lo scrittore? Esci di casa. Mettiti un fazzoletto verde al collo, vai al bar del paese e ascolta quel che si dice e quel che ti dicono.